mercoledì 16 maggio 2012

Noi dell'Argonne siamo ribelli



C’è qualche cosa che ci dà proprio fastidio: la gabbia dei luoghi comuni, dei pregiudizi, delle falsità. Contro questo vogliamo ribellarci: vogliamo combattere per capire che cosa sia la verità e diventare liberi insieme ad essa.

Questo è il grido di battaglia di Faes Argonne: sconfiggere i 
nemici del vero, del bello, del buono per liberare la libertà.

Questo quello che intendiamo come ribellione.

La nostra scuola si impegna per questo, per aiutare ognuno dei nostri ragazzi a trovare la sua dimensione ribelle dentro di sé e con essa la forza di mettersi al servizio della società per aiutare tutti a conquistare quella libertà delle coscienze che permette di agire rettamente stando solidi sul fondamento di valori non rinunciabili.

Studiare è importante in Argonne, ma c’è qualche cosa che conta ancora di più: non ci interessa lo studio di tuo figlio, ma tuo figlio che studia. Il nostro compito è far sì che senta la voglia di studiare anche quando non ne ha voglia, non perché lo studio sia lo scopo della vita, ma proprio perché attraverso lo studio, come mezzo e non come fine, sia possibile raggiungere il proprio scopo nella vita.

Come ha fatto Stefano, il cui racconto vi regaliamo qui sotto.



Stefano Marguccio


Classe 1975, maturità 1994, si laurea in giurisprudenza nel 1999 all'Università Statale di Milano. Dopo una breve esperienza lavorativa frequenta nel 2003 il Master in Management Pubblico organizzato dalla Scuola di Direzione Aziendale della Bocconi con una borsa di studio del Comune di Milano. Nel 2004 entra a far parte della carriera diplomatica, suo pallino fin da quando aveva 16 anni. Sposato con Cristina e padre di Giulia, nata nel 2006, parte per la sua prima sede estera come Console d'Italia a Scutari in Albania. Dal 2010 è il Rappresentante Permanente Aggiunto dell'Italia presso le Organizzazioni delle Nazioni Unite in Roma.


1) Che cosa le ha dato in particolare di positivo Argonne che le è servito per la sua crescita personale?
Ho frequentato la Scuola Argonne alle medie e al liceo, due periodi chiave per la formazione della persona che sono oggi. Ripensando a quel percorso direi che la cosa più importante è stata la consapevolezza di partecipare ad uno sforzo educativo in cui docenti e discenti si sentivano parte di un progetto comune. Una scuola in cui i bidelli non ci sono e dove quindi gli studenti dedicano una piccola parte del loro tempo a turno a svolgere un servizio per la struttura, una scuola in cui un professore si fa carico di parlare alla classe di virtù umane e civiche, una scuola in cui si cerca il rapporto personale con l'alunno e il dialogo è davvero una struttura rivoluzionaria. In questo modo non si formano solo studenti preparati e motivati, ma anche cittadini pronti al servizio della comunità e al rispetto delle regole e credo che mai come oggi ci sia bisogno di promuovere valori come questi.

2) In che modo Argonne l’ha aiutata ad affrontare il mondo professionale?
Il Liceo mi ha aiutato a consolidare due cose che ritengo fondamentali anche per la mia vita lavorativa di oggi: un buon metodo di studio e una forte curiosità intellettuale. Le relazioni internazionali oggi sono caratterizzate dal dover gestire una quantità incredibile di informazioni sia di tipo normativo che fattuale. Solo un adeguato esercizio di spirito critico, accompagnato ad una buona memoria e alla gestione del tempo, ti permettono di organizzare queste informazioni e di renderle utili per il lavoro e si tratta più o meno degli stessi strumenti utili a preparare un'interrogazione di letteratura. L'Argonne poi mi ha insegnato ad affrontare lo studio in un'ottica multidisciplinare, facendo collegamenti continui tra storia, matematica, geografia, economia e letteratura. Questo sguardo a trecentosessanta gradi ritengo sia ancora oggi lo sguardo con cui, da diplomatico, devo guardare il mondo.

3) Scuola omogenea maschile: un vantaggio o uno svantaggio? Perché?
Direi sia vantaggio che svantaggio. Per una breve stagione della mia vita sono stato educatore scout e so bene che maschi e femmine tra gli 11 e i 18 anni appartengono a due mondi molto differenti (e i maligni potrebbero insinuare che anche dopo le cose non migliorano). L'educazione "sartoriale" per i due sessi ha dunque senso. Per parte mia poi non posso non affermare che i legami stretti all'Argonne con i miei compagni di classe siano un tesoro che custodisco ancora oggi, dopo aver cambiato città e Paese, e ritengo che alla profondità di quei legami abbia di sicuro contribuito il fatto che la nostra fosse una classe solo maschile. Per vivere bene un'esperienza del genere ritengo però sia fondamentale che il singolo venga aiutato a costruirsi parallelamente un ambito di socializzazione "misto". Per me è stato lo scoutismo, per altri miei amici, l'oratorio. Qui credo entrino in gioco i genitori e le attitudini alla socializzazione del singolo.

4) Un mondo tutto maschile: assomiglia più ad una caserma, ad una squadra sportiva o a un'avventura di pirati? Perchè?
Non ho fatto il militare e non ho mai partecipato ad una squadra, quindi mi resta solo l'opzione piratesca, che dal punto di vista professionale dovrei condannare come hostes humani generis. Quello che posso dire è che, per una felice combinazione di ottimi professori e compagni di classe straordinari, i miei anni alle medie prima e soprattutto al liceo poi, sono stati tra i più spensierati e allegri della mia vita. Andare a scuola era un divertimento. Nonostante ci fossero dei gruppi di compagni più affiatati (quando ci ritroviamo per una cena facciamo ancora riferimento ai Bambini Buoni, ai Bambini Cattivi e ai Bambini di Ponzio Pilato), avevamo un forte spirito di classe e abbiamo di sicuro dato filo da torcere a più di un professore con il nostro cameratismo. Se devo trovare un parallelismo immaginifico direi che eravamo un po' come Robin Hood e gli Allegri Compagni della Foresta.

5) Può condividere un breve ricordo, un episodio, della sua vita scolastica?
Le prime immagini che mi vengono in mente non sono particolarmente edificanti, del tipo io che mi calo con un lenzuolo dalla finestra della camera in gita scolastica, oppure il mio amico Sergio che entra dalla finestra della classe vestito da Babbo Natale e distribuisce regali al professore di Biologia per evitare di fare lezione, ma se smetto di ridere sento anche il silenzio religioso mentre ascoltavamo le lezioni di storia del Professor Torresani, le discettazioni tra noi sulla poesia di T.S. Eliot e quella voglia di cambiare il mondo che oso dire che ci è rimasta, anche oggi che abbiamo i capelli bianchi e delle mogli e dei figli che ci aspettano a casa.

6) Perchè scegliere oggi Argonne?
Perchè soprattutto oggi la scelta della scuola è fondamentale per assicurare il futuro dei nostri figli e perchè è palese che l'Italia ha bisogno non solo di buoni studenti ma di buone persone e la persona è al centro del progetto educativo dell'Argonne.

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